Università in Cantiere

PROVINI CLS: COME FARLI

Premessa sullo studio all'università

Ciao e benvenuto nella rubrica Università in Cantiere. Ti porto, così, direttamente dai libri universitari al cantiere reale e concreto.

 

Ho voluto creare questa serie, per avvicinare gli studenti di Architettura e Ingegneria Edile/Civile alla realtà di cantiere che poi si trovano ad affrontare quando entrano all’interno del mondo del lavoro.

 

Anche se sei un professionista in erba, potrai trovare in questa rubrica qualcosa di utile.

 

Per cui, se alla fine trovi interessante quello che ti mostro, ti invito a visitare il mio sito web www.adararchitettura.com e il mio canale YouTube Adara “Architettura Centro Autodesk”, con il gruppo relativo Facebook “Progettazione Competitiva”, nei quali trovi tutta la serie di video.

 

Oggi parliamo di come si fanno i Provini di Calcestruzzo. Questa è una procedura importante e che deve essere fatta in modo scrupoloso. Le informazioni da dire sono tantissime, e ho dovuto filtrarle per farti avere le procedure più importanti.

 

 

 

Ricordiamoci di una fase importantissima; prima di poter fare un provino, il calcestruzzo deve arrivare fisicamente in cantiere.

 

Ci sono degli stabilimenti sparsi ovunque, ma il tempo di arrivo non deve superare un certo margine, bisogna contattare lo stabilimento più vicino al cantiere.

 

Bisogna considerare le variabili meteo (pioggia, neve), perché le caratteristiche del calcestruzzo vengono alterate; e vanno considerate anche le variabili di tempo, perché non vanno superate un certo numero di ore dalla partenza della macchina dallo stabilimento all’arrivo in cantiere (altrimenti il calcestruzzo perde le sue caratteristiche, iniziando ad asciugarsi).

 

Il calcestruzzo arriva per mezzo di un’ATB (autobetoniera) e quasi sempre, viene erogato da un’ATBP (autobetonpompa), accogliendo il calcestruzzo dalla betoniera, per riversarlo dove serve attraverso un braccio.

 

Maggiori dettagli li trovi nel video.

Qui si vede la betoniera che manda il calcestruzzo nella pompa.

La pompa, che ha un tappo per evitare che semini calcestruzzo da tutte le parti, viene manovrata mediante un telecomando a distanza.

 

Non ti nascondo che ero emozionatissima, perché era la mia prima esperienza di cantiere, dove ho coordinato il tutto e ho piacere a condividerti questa mia emozione.

Adesso vedi la fase in cui si rafforzano le fondazioni, che erano del tipo “a sacco”, quindi, molto vecchie e non più adeguate alla normativa vigente.

 

Il calcestruzzo viene vibrato con un vibratore attaccato alla pompa, in modo che gli inerti si distribuiscano in maniera uniforme.

Adesso avviene la presa del provino. Prima è stato riempito il cubetto, il provino con il calcestruzzo, e il direttore dei lavori apporta un’etichetta al cubetto.

Questo è il foglio che viene inserito nei provini di calcestruzzo, all’interno delle casseformi. L’etichetta va inserita direttamente nel calcestruzzo, perché si deve essere in grado di identificarlo.

 

I provini cubici sono 15 cm per ogni lato, mentre i cilindrici sono 15 cm di diametro con un’altezza di 30 cm.

 

Un prelievo equivale a due provini: uno va mandato allo stabilimento per la prova di schiacciamento; mentre il suo gemello rimane a disposizione per un’eventuale seconda prova di schiacciamento.

 

I provini vanno accompagnati da un verbale di prelievo del calcestruzzo, con le informazioni sul tipo di cantiere, sugli operatori, ora del prelievo, cosa è stato fatto, tipo di vibratore usato, tipo di casseformi, dimensioni interne, ecc.

Questo è il getto prima e dopo.

Qui vedi cosa accade quando siamo in presenza di un edificio troppo alto per essere raggiunto da una pompa. La betoniera a terra, versa il calcestruzzo nel bicchierone, issato dalla gru, che ha un tubo flessibile per indirizzare il getto dove serve.

Cosa accade ai provini, una volta fatti? Ci sono due tipi di controllo da fare: 3 prelievi (per quantità fino a 1.500 mc) o 15 prelievi (per quantità oltre 1.500 mc).

I provini rimangono nelle casseformi per non più di 30 giorni, perché rimangono in luogo riparato a temperatura ambiente.

 

Vengono portati nello stabilimento per la prova di schiacciamento, e vengono conservati in condizioni stabilite, in acqua, per poi essere schiacciati da un macchinario.

 

Viene misurata la forza usata per rompere il provino, che deve rientrare in certi parametri, altrimenti vuol dire che è stata usata molta più sabbia del dovuto.

La forma con cui si rompe è determinante. Si arrivano ad avere varie crepe e forme di rotture, dove le prime tre sono accettate, le seconde tre no.

 

Ti è piaciuta questa chicca?

 

Non sempre capita di vedere queste lavorazioni. Questa è stata una bellissima ristrutturazione a cui ho partecipato e ho voluto condividerla con te.

Mentre studiavo all'università non avevo idea di cosa fossero queste cose quando le vedevo in giro per strada; perché lo studio è importante, ma fondamentale è riuscire a vedere in concreto ciò che si studia.

Bene, a conclusione di questo interessante argomento, aggiungi un altro tassello al tuo bagaglio di prossimo progettista, così, una volta finita l’università, ti puoi già fregiare di un anticipo di esperienza.

 

Ti invito a vedere altri argomenti relativi a Università in Cantiere nel mio canale YouTube (clicca qui) e nel mio Gruppo Facebook “Progettazione Competitiva” (clicca qui).

 

Se ci sono lavorazioni che desideri vedere, sarò felice di accontentarti, per cui scrivimi  o nel gruppo o nel canale. Se hai domande, sarò felice di risponderti.

 

Buona conoscenza! Alla prossima!


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